PRESS - sarah michelle gellar    

Intervista rilasciata a "Coming Soon Live".  [22/11/2004]

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Qual è il suo rapporto con il film originale "Ju-On"?
>> clip audio I <<
La prima volta che vidi il film originale feci il grave errore di guardarlo a casa da sola di notte. E non riuscivo a smettere di pensarci e questo non capita molto spesso. E' un film molto bello ma anche molto triste. Non è quel genere di film che tu credi ti lasci un senso di tristezza. Inoltre, l'effetto visivo è spettacolare. Quindi quando sentii che volevano fare il remake ero interessata al progetto. Specialmente quando dissero che a girarlo sarebbe stato lo stesso regista dell'originale. Perchè questo non era mai stato fatto in precedenza. In termini di preparazione è stata soprattutto un'esperienza incentrata a capire come si sarebbe sviluppato, perchè nulla di simile era mai stato fatto prima. Nessun film americano era mai stato girato con una troupe giapponese, con un regista giapponese, girato in un luogo in cui la lingua era il giapponese, con un cast di attori che non parlava la stessa lingua della troupe. E' stata un'esperienza molto educativa per tutti quanti noi. 

Quali sono i motivi che l'hanno spinta a girare "The Grudge"?
>> clip audio II <<
Credo che sia stato soprattutto perchè ne ero appassionata. Mi ero appassionata all'idea di far parte del primo remake di un film giapponese girato dallo stesso regista dell'originale. Per me era molto importante che noi mantenessimo la "visione" di Shimizu, e che il film ultimato fosse quello che Shimizu voleva, ma il lingua inglese. Anche se è un processo più complicato quando il regista non parla la stessa lingua che si parla nel film.

Si è sentita un po' come nel film "Lost in Traslation" mentre si trovava nel set del film in Giappone?
>> clip audio III <<
Non ci sono state difficoltà. La barriera linguistica non è stata un intralcio. A volta è stata una sfida, ma non è mai stata un ostacolo. Anzi, credo che questo abbia creato un ambiente lavorativo più unito, perchè dovevi prestare ascolto con più attenzione, perchè dovevi guardare la persona con cui stavi parlando. Non si facevano chiacchierate inutili, o non c'erano rumori inutili. Tutti quanti facevano il loro lavoro perchè tutti avevamo bisogno di lavorare insieme per riuscire a realizzare ciò che stavamo facendo.

Quale è il suo rapporto con la paura al cinema e nella vita reale?
>> clip audio IV <<
Non penso ci sia una cosa specifica che mi spaventi a morte in un film. Se un film mi spaventa, mi spaventa e basta. Ma quello che mi spaventa di più nella vita reale, sono probabilmente le interviste. Il dover parlare per ore ed ore di me stessa, questo sì che mi terrorizza.

Che differenza ha trovato nel recitare in un horror d'azione come "Buffy" e in un horror psicologico come "The Grudge"?
>> clip audio V <<
E' stato grandioso. Niente infortuni, niente ossa rotte, niente voli. Una passeggiata.


[Intervista tradotta da Sisters.F - Credits to "The Buffy Italian Guide"]